Mercedes-Benz Museum

Cari amici, nel luglio 2023 ho visitato il Museo dell’auto Mercedes-Benz a Stoccarda in Germania e devo dire che i tedeschi hanno centrato in pieno il loro obiettivo di rendere difficile la vita a noi disabili: il museo è un disastro e ve lo dimostrerò.

Innanzitutto non chiedete informazioni e non cercate nulla sul loro sito internet: andate a Stoccarda e presentatevi così all’improvviso senza prenotare nulla, vedrete che entrerete senza problemi, senza difficoltà e gratuitamente. Malediz…
L’indirizzo? Mercedesstraße, che domande!

Panorama all’arrivo

Appena arrivati parcheggiate tranquillamente al parcheggio sotterraneo: purtroppo lo troverete libero, ordinato, pulito e ben illuminato. Per passare dal parcheggio al Museo ci sono due porte elettriche e subito dopo un’assistente vi darà tutte le indicazioni che vi servono: per fortuna non conosce l’italiano e nemmeno la LIS.

Parcheggio

Il museo è una spirale del tempo: gli ascensori vi porteranno in cima e da lì in poi il percorso è una continua discesa, quindi non farete alcuna fatica per tutta la durata della visita. Vedrete tutto comodamente senza usare di nuovo l’ascensore, peccato…
Nota: la polo originale AMG l’ho comperata il giorno prima durante la visita all’AMG shop ad Affalterbach, nei dintorni di Stoccarda, e non è uno sfizio casuale: io possiedo realmente una AMG! (vedi il missile grigio da 400 cavalli della foto parcheggio)

All’interno

Si inizia dagli inizi (perché, che cosa credevate?) per poi scendere ai giorni nostri in un tripudio luminosissimo di modelli di automobili di successo, di esemplari storici, di motori sezionati e molto altro, il tutto corredato di didascalie che incastrano ogni pezzo nel giusto nel contesto storico, economico e sociale.

Esposizione

Davanti a cotanto sfarzo e totale assenza di fatica o di noia, oltre che alla climatizzazione insopportabilmente perfetta, potreste anche dimenticarvi di essere disabile, ma non preoccupatevi, ché le scolaresche calcanti di ragazzini urlanti e irrispettosi vi faranno ricordare ben presto la vostra palese ed ingombrante infermità. A proposito di inferiorità: se vi fate prestare l’audioguida con le cuffiette, visto che non parlate tedesco e siete costretti a gesticolare, oltre che spastici sembrerete pure sordomuti, il massimo per la vostra autostima. Quindi, quando rientrate a casa dite al vostro psicanalista di intensificare adeguatamente il programma della vostra guarigione, altrimenti dopo questa batosta non ne uscirete.

Pista

Il ristorante interno ha un menù un po’ striminzito ed è un po’ costoso, ma è di qualità: infatti, metà del menù propone note pietanze italiane. Meno male che così non serve la traduzione, poiché anche qui nessuno parla italiano. Vi consiglio l’insalatona che è un ammasso multicolore di verdure saporitissime, ma condite in maniera così bizzarra e pesante che finalmente comprenderete perché i tedeschi sono così grassi anche se affermano di mangiare solo verdura. Infine, anche i cessi hanno delle porte elettriche e sono talmente efficienti che neanche nel Burj al-Arab 7 stelle di Dubai…

Potete perfino acquistare seduta stante un’automobile nuova del gruppo (Mercedes-Benz, AMG e Maybach) nei 3 piani dello showroom che, pur separato dal museo, è interamente accessibile nonostante i lavori in corso. Attenzione all’ultimo piano, quello dello show-room Maybach: non andateci vestiti da straccioni poiché, a meno che non sventoliate sotto il naso del venditore un assegno a cinque zeri, vi porgeranno gentilmente una pedata nel culo così da farvi ritornare direttamente al pian terreno senza passare dall’ascensore, a voi e a tutta la vostra carrozzina!

Showroom

Al momento di uscire, però, si materializzerà finalmente davanti a voi la ciliegina sulla torta che tutti attendevate, l’unica bella notizia della giornata, il lampo di genio (rigidissimo) tedesco, la speranza ultima a morire che si trasforma piacevolmente in realtà: il parcheggio è costosissimo, addirittura più caro del pranzo, e lo fanno pagare a tutti, ANCHE AI DISABILI!
Non ci sarebbe niente di male, solo che il parcometro stesso è inaccessibile e quindi costituisce di fatto l’unica barriera architettonica!
Ha ha ha, che pagliacciata!

Meno male, mi sembrava di essere in un mondo irreale…

Riassumendo (parcometro a parte) nel museo non ho trovato una sola barriera architettonica, una cosa fuori posto, un granello di polvere, un minimo appiglio su cui recriminare: davanti a tanta differenza con il Bel Paese mi sono chiesto se fosse una questione di mentalità oppure di soldi, ma non ci ho pensato più di tanto sapendo benissimo che in Italia scarseggiano entrambi.

In ogni caso niente da fare per me che speravo di parlarne male faticando poco…

Voto: 1 gradino.