Il bar L’Altro Spazio di Bologna merita un discorso a parte.
È stato aperto qualche anno fa e strombazzato in tutta Italia da tutte le testate giornalistiche ragionevolmente contattabili con titoli unici, straordinari, mirabolanti…
Ne riporto alcuni:
- il luogo ideato e costruito a misura di disabilità
- il primo bar completamente accessibile
- il locale a misura di disabili
- sfida per l’accessibilità
- giù le barriere di ogni tipo
… e via dicendo.
Allora mi sono detto: “Bene. Qualcuno ci è arrivato, finalmente!” e ho deciso di visitarlo.
Prima però ho chiesto delle informazioni via mail, ma non mi hanno risposto. Poi ho provato a telefonare, ma non mi hanno risposto.
Alla fine non rimaneva che recarsi di persona sperando che andasse bene… e infatti è andata benissimo, tanto è vero che non sono riuscito nemmeno ad entrare!
I motivi sono i seguenti, ma faccio notare che nessuno di questi è menzionato nel sito:
- il locale si trova in piena ZTL, quindi non ci si può arrivare in auto, a meno di non far registrare preventivamente il numero di targa presso il comune di Bologna
- il locale è privo di parcheggio
- l’unico posto auto per disabili nelle vicinanze è sempre occupato
- il locale si trova in una strettoia, quindi non è possibile fermare l’auto nemmeno per pochi istanti senza bloccare il traffico
- non si può fermare nemmeno un taxi
- quella strada stretta non è servita da mezzi pubblici
Erano queste le informazioni richieste, ma ora ho capito perché non mi hanno risposto.
L’unica cosa che si vedeva passando in auto era la pedana con scivolo all’ingresso.
Dicono che in quel locale ci lavorino persone disabili, ma io vorrei tanto sapere come ci arrivano…
Le informazioni ricevute dalla nostra corrispondente di Bologna, una ragazza disabile che è stata costretta a recarsi appositamente e faticosamente a piedi, riportano che, a parte il bagno (dove è stato aggiunto solo qualche maniglione), il locale non ha nulla di diverso rispetto a qualunque altro bar.
Inoltre, nelle ore di punta il disabile rischia di essere schiacciato dai menefreghisti clienti abili che, siccome sono in grande maggioranza, non vengono minimamente informati dal personale del bar sulle attenzioni che dovrebbero tenere verso i disabili che, in fondo, danno un apporto economico insignificante…
Infine, tutte le attività alternative pubblicizzate si tengono al primo piano che è inaccessibile, poiché privo di ascensore.
Apprendo anche che, a chi si è lamentato dei prezzi ingiustificati, è stato risposto che “il loro prezzo è dovuto al fatto che aiutiamo associazioni di migranti e rifugiati con quei soldi”.
Quindi chi è contrario a tali iniziative, per il momento, eviti almeno di farsi abbindolare.
Appena possibile lo visiterò di persona. Per il momento il giudizio è sospeso, ma le aspettative sono molto deludenti, principalmente per l’artificioso clamore che gli è stato creato attorno in occasione dell’inaugurazione.
MAX