Nell’agosto del 2024 mi sono recato a visitare l’abbazia di Santa Maria in Silvis di Sesto al Reghena PN. L’abbazia è molto antica (730-735 d.C.) e si trova in uno sperduto paese della pianura friulana ai confini con il Veneto.

Prima di recarmi ho telefonato e mi è stato detto che non ci sono barriere architettoniche per visitare la chiesa, ma solo per visitare l’intera abbazia; nessun problema, invece, per l’accesso della auto nel piazzale. Ho deciso quindi di partire.

Al mio arrivo, ho notato che il cartello dell’ingresso segnalava effettivamente la possibilità di accedere alle auto dei disabili e quindi sono entrato nel piazzale senza problemi. Però il piazzale è privo di indicazioni e quindi sono stato costretto a parcheggiare l’auto a caso: se ci fossero state altre auto sarebbe successo un bel casino. A questo proposito la direzione dice che se voglio un parcheggio riservato con gli stalli devo rivolgermi all’amministrazione comunale, quindi, seguendo la stessa logica, dovrei farmi creare un posto auto ogni volta che esco di casa. Sarebbe proprio un bel servizio, ci penserò!

Sceso dall’auto, ho attraversato il piazzale e ho trovato lo scivolo, ma appena superato questo si è presentato il primo ostacolo non segnalato: un gradino sul portone di ingresso principale. Questo gradino rende l’intera abbazia inaccessibile. Il personale presente, assolutamente impreparato a gestire questa situazione, tutto sommato banale (sembra che non abbiano mai visto una carrozzina in vita loro), si è profuso in pittoresche ma inutili scuse.

In qualche maniera (poco dignitosa e poco ortodossa che preferisco non descrivere) sono riuscito ad entrare, ma una persona su un Triride o su una pesante carrozzina elettrica sarebbe rimasta fuori non potendo entrare in nessun’altra maniera.
Dopo aver visitato il vestibolo con i reperti archeologici, mi sono avvicinato all’ingresso della chiesa vera e propria, ma per entrare ci sono altri due gradini. Non potendoli superare ho chiesto al personale dove fosse l’altro ingresso di cui mi era stato riferito al telefono: mi hanno risposto che effettivamente c’era un altro ingresso, ma che era chiuso poiché era “riservato ai fedeli”. Dopo essersi resi conto di aver detto una cazzata, hanno provveduto (molto lentamente ed ancora poco convinti) ad aprire l’ingresso secondario; questo ingresso si trova a destra del caseggiato principale della chiesa ed è raggiungibile costeggiando la chiesa lungo l’apposito marciapiede lastricato. Appena aperto il portone, il personale mi ha indicato la direzione giusta e poi se ne è andato abbandonandomi sul marciapiede senza chiedere se avevo bisogno di altro aiuto oppure no.
Infatti, una volta giunto a questo ingresso mi sono trovato davanti ad un altro ostacolo: per oltrepassare il gradino del portone si trova una pedana inclinata di metallo molto pesante che crea un ulteriore gradino in discesa molto pericoloso. Inoltre la pedana ha una pendenza troppo elevata ed è difficile da percorrere in sicurezza. Per concludere degnamente il tutto, hanno aggiunto un tappeto che copre la pedana a metà e che fa regolarmente incespicare i deambulatori.

Dopo aver visitato la sola chiesa, visitare anche la cripta e l’altare principale sarebbe stato concedere troppo ad un disabile e quindi non parlerò della loro totale inaccessibilità non preventivamente segnalata.


Uscendo ci si rende conto della reale pericolosità della pedana e del suo gradino inaccessibile, poiché non è possibile percorrerla in carrozzina senza ribaltarsi all’indietro. Sono stato costretto nuovamente a fare delle acrobazie per uscire dal portone indenne, una situazione in equilibrio tra il vergognoso e il ridicolo, sotto lo sguardo degli altri visitatori equamente divisi tra i divertiti e gli impauriti.

In queste delicate fasi il personale è sempre stato assente, ma appena mi hanno visto varcare la soglia hanno immediatamente richiuso il portone alle mie spalle in pochi istanti in modo da impedire l’accesso ad altri disabili.
Un’ospitalità indimenticabile, non c’è che dire…

Faccio notare che l’entrata è gratuita (e ci mancherebbe, non si riesce a visitare quasi nulla!), ma il personale all’ingresso chiede un obolo di 3 Euro per il restauro degli affreschi. Come se una simile abbazia non ricevesse abbastanza fondi dallo Stato o dalla Chiesa…
Io suggerisco di chiedere i soldi per migliorare l’accessibilità, un paio di pedane costano molto poco e renderebbe veritiere le recensioni sparse in rete, dove si legge che l’abbazia è accessibile.
Risata finale: mi hanno detto “La invito a informarsi meglio prima di scrivere informazioni errate”.
Infatti, io ho telefonato e sono stati proprio a loro a fornirmi le informazioni errate.
Inoltre insistevano sul fatto che la pedana ci fosse, ma quando ho chiesto la foto sono spariti.
Decidete voi se continuare a ridere o iniziare a piangere, io ho finito le lacrime.
Povero cane, è rimasto senza coda a forza di mordersela in continuazione…
Voto: 4 gradini a prescindere.